Spettacolo, Bankitalia: valutare misure fiscali agevolate a settore
Se si reputa che il settore dello spettacolo sia portatore di una utilità sociale da tutelare, “sarebbe opportuno da una parte riconoscere esplicitamente la necessità di un trattamento fiscale agevolato per le imprese private dello spettacolo, dall’altra assicurare una maggiore adesione alla regolamentazione, anche attraverso un rafforzamento dell’attività ispettiva”. Lo scrive la Banca d’Italia in una memoria inviata alle Commissioni Cultura e Lavoro del Senato – che AgCult ha potuto visionare in anteprima – nell’ambito dell’esame congiunto dei disegni di legge che intervengono sulla “Disciplina del lavoro nel settore creativo e dello spettacolo”.
Bankitalia ricorda che la legislazione italiana, “al fine di riconoscere le peculiarità organizzative e produttive del settore, ha scelto di riservare un trattamento differenziato alle attività dello spettacolo, prevedendo vincoli al lavoro a termine molto più laschi rispetto a quelli degli altri comparti economici. Parallelamente i requisiti per l’accesso ai trattamenti assistenziali e previdenziali sono molto meno stringenti di quelli previsti per i lavoratori degli altri settori”. Nonostante ciò, proprio per l’estrema flessibilità delle forme contrattuali adoperabili, la frammentazione degli episodi occupazionali è spesso così elevata “da precludere a molti l’accesso a tutele sufficienti. Ad esempio, un numero elevato di lavoratori non riesce a raggiungere il minimo di 20 anni di anzianità assicurativa richiesto per ottenere il trattamento pensionistico: ciò determina un drenaggio di risorse dal settore che non si traduce poi in prestazioni da parte del Fondo”.
RISCHIO ELUSIONE FISCALE
La Banca d’Italia richiama poi una recente audizione dell’INPS da cui è emerso che la durata media annua delle posizioni lavorative nello spettacolo è di 100 giorni che scendono addirittura a 15 nel caso degli attori (oltre 80.000 persone). “Tali numeri – si legge nella memoria – sono in parte riconducibili alle specificità del settore, ma potrebbero anche segnalare la presenza di fenomeni di evasione o elusione fiscale”.
I disegni di legge attualmente in esame, mette sull’avviso Bankitalia, “allargano ulteriormente le maglie del lavoro temporaneo e dell’accesso ai trattamenti assistenziali e previdenziali: tuttavia, se da un lato l’ampliamento dei margini di flessibilità può agevolare l’emersione di lavori discontinui e frammentati, dall’altro alcune norme potrebbero implicitamente indurre a comportamenti elusivi (come ad esempio la proposta di riconoscere, per ottenere l’accesso all’indennità di discontinuità, tre giorni di contributi per ogni giorno di lavoro autonomo regolarmente dichiarato)”.
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